Meningioma petroclivale

Vediamo insieme cosa è il meningioma petroclivale, chi colpisce, con quali sintomi si presenta e la scelta del trattamento più adatto.

La complessità del trattamento neurochirurgico dei meningiomi petroclivali risiede nel fatto di essere localizzati in una particolare regione della scatola cranica, definita basicranio, la quale è densa di strutture nervose vitali. Tra queste si annoverano:

  • il tronco dell’encefalo;
  • i nervi cranici per i movimenti oculari;
  • il nervo facciale per i movimenti del volto;
  • il nervo trigemino per la sensibilità del volto;
  • arterie vitali come l’arteria basilare e i suoi rami che irrorano il tronco cerebrale;
  • il cervelletto;
  • i nuclei della base ed altre strutture degli emisferi cerebrali.

Cosa sono i meningiomi petroclivali?

I meningiomi petroclivali sono tumori generalmente benigni che originano dalla dura madre che ricopre i 2/3 superiori del clivus a livello della giunzione petroclivale.

Sono localizzati medialmente al meato acustico interno e posteriormente al ganglio di Gasser (nervo trigemino).

I meningiomi petroclivali esercitano una compressione sul tronco dell’encefalo dislocandolo medialmente e controlateralmente.

Possono estendersi nei seni cavernoso e petroso, in fossa cranica media, nelle regioni parasellari, nel tentorio, nel forame magno e nei vari forami del basicranio.

Quanti sono i pazienti con meningioma petroclivale?

I meningiomi petroclivali rappresentano circa l’11% dei menigiomi localizzati nella fossa cranica posteriore.

La fossa cranica posteriore rappresenta quella regione della scatola cranica in cui sono localizzati il tronco dell’encefalo, il cervelletto, la maggior parte dei nervi cranici e importanti strutture vascolari che irrorano il cervello.

Come si diagnosticano i meningiomi petroclivali?

L’esame di scelta nella diagnosi dei meningiomi petroclivali è la risonanza magnetica, che mette In evidenza una neoformazione captante omogeneamente e velocemente contrasto, con possibili aree di calcificazioni ed edema che coinvolge le strutture cerebrali compresse dal tumore come il tronco dell’encefalo o il cervelletto.

La presenza di un piano di clivaggio subaracnoideo evidenziabile alla risonanza magnetica è un fattore prognostico positivo in termini di entità dell’asportazione chirurgica e outcome funzionale.

Qual è l'evoluzione prognostica dei meningiomi petroclivali?

L’evoluzione prognostica naturale dei meningiomi petroclivali è rappresentata dalla crescita progressiva del tumore da cui deriva l’aumento della compressione sul tronco dell’encefalo.

Pertanto nel lungo periodo sono inevitabili sintomi neurologici anche gravi con un rischio per la vita.

Qual è la strategia di trattamento del meningioma petroclivale?

L’asportazione chirurgica e la radiochirurgia rappresentano le due metodiche di scelta nel trattamento dei meningiomi petroclivali.

La scelta dell’uno o dell’altro trattamento dipende da un notevole numero di fattori che prende in considerazione l’età e lo stato clinico e neurologico del paziente, il volume del meningioma, le strutture cerebrali coinvolte e l’estensione del meningioma ad altri compartimenti oltre a quello petroclivale (seno cavernoso, fossa cranica media, clivus inferiore etc.), l’evoluzione nel tempo mediante il confronto di esami di risonanza magnetica seriati, la presenza di edema del tronco cerebrale e del cervelletto.

Le metodiche di trattamento chirurgica e radiochirurgica possono essere anche utilizzate in modo sequenziale nel contesto di una strategia multidisciplinare.

Quali tecnologie si rendono necessarie durante l’intervento chirurgico?

I tumori della regione petroclivale richiedono interventi complessi e che spesso durano molte ore.

Il tumore deve essere raggiunto ed asportato separandolo delicatamente dalle strutture nobili.

L’expertise del neurochirurgo sui tumori della regione petroclivale, sull’anatomia del basicranio e sugli approcci chirurgici per raggiungerle, viene coadiuvata dall’utilizzo di diverse tecnologie intraoperatorie:

  • Microscopio operatorio: l’intervento deve essere eseguito con tecnica microchirurgica
    neuronavigatore: una sorta di GPS cerebrale, utile per aumentare l’accuratezza dell’orientamento spaziale;
  • monitoraggi e mappaggi intraoperatori: sono di fondamentale importanza, consentono di monitorare lo stato neurologico del paziente durante tutto l’intervento neurochirurgico, in particolare si possono monitorare la funzionalità e dei nervi cranici e delle vie motorie e sensitive. Il mappaggio diretto consente inoltre di verificare l’intergrità funzionale e la localizzazione spaziale dei nervi cranici, che sono spesso indovati e nascosti all’interno del tumore;
  • neuro-Endoscopio: può essere utilizzato in alcune fasi dell’intervento neurochirurgico per verificare la presenza di residui del tumore;
  • microdoppler: viene utilizzato per localizzare le arterie e le vene indovate nella compagine tumorale al fine di proteggerle.

Per approfondimenti

Klironomos G, Chiluwal A, Dehdashti AR.

Staged Approach for Petroclival Meningioma Resection. J Neurol Surg B Skull Base.

2019 Jun;80(Suppl 3):S308-S309. doi: 10.1055/s-0039-1677849. Epub 2019 Feb 28. PMID: 31143605; PMCID: PMC6534681.

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