Ernia del disco cervicale

Vediamo insieme che cosa è l’ernia del disco cervicale, chi colpisce, con quali sintomi si presenta e la scelta del trattamento più adatto.

Cosa sono i dischi intervertebrali?

I dischi intervertebrali sono situati tra i corpi vertebrali della colonna.

Agiscono da “ammortizzatori” permettendo la redistribuzione in varie direzioni delle forze compressive esercitate sulla colonna.

Nel complesso i dischi intervertebrali formano circa un quarto della lunghezza di tutta la colonna.

I dischi intervertebrali sono costituiti da una componente circolare periferica (anulus fibrosus) e da una componente centrale (nucleo polposo) e due piatti cartilaginei che li separano dai corpi vertebrali.

Il nucleo polposo è ricco di proteine e acqua e risulta incomprimibile. Così trasforma la sollecitazione delle forze esercitate sulla colonna in forze radiali sopportate dalle lamelle circolari dell’anulus.

Mentre nell’infanzia e nell’età giovanile il nucleo polposo è costituito per oltre l’80% di acqua, con l’aumentare dell’età decresce fino al 65% e le lamelle dell’anulus proliferano verso l’interno. Il disco intervertebrale diventa quindi fibrotico e va più facilmente incontro a rottura con conseguente fuoriuscita di frammenti (ernie contenute, protrusioni, ernie espulse) nel canale vertebrale, nei forami di coniugazione o nello spazio extraforaminale.

Conseguentemente alla fibrosi del disco le strutture ossee e legamentose si ipertrofizzano e provocano un restringimento del canale spinale e dei forami di coniugazione di uscita delle radici nervose (stenosi centrale e foraminale).

Come si forma un'ernia del disco?

La formazione di un’ernia presuppone un indebolimento dell’anulus che permette la fuoriuscita del nucleo polposo al di fuori dell’anulus stesso.

Il fenomeno di erniazione prevede tre possibili fasi:

  • Protrusione: il nucleo polposo protrude verso il canale vertebrale con integrità dell’anulus
  • Erniazione: rottura dell’anulus con conseguente fuoriuscita del nucleo polposo che però è ancora contenuto all’interno del legamento longitudinale posteriore
  • Ernia espulsa: perforazione del legamento longitudinale posteriore, in tal modo il materiale discale migra nel canale vertebrale in alto o in basso.

Qual è l'ernia cervicale più comune?

L’ernia cervicale vera e propria presuppone l’espulsione del nucleo polposo.

Frequente nei pazienti con meno di 55 anni, che spesso hanno subito traumi, colpo di frusta, fratture.

L’espulsione del nucleo del disco avviene posteriormente e/o lateralmente con compressione del midollo spinale e/o delle radici spinali.

Il 60% delle ernie discali colpisce il livello C6-C7, il 25% il livello C5-C6. Queste sono le zone della colonna cervicale dotate di maggiore mobilità.

Quali sono i sintomi dell'ernia cervicale?

Tutti i pazienti hanno un certo grado di sintomi da contrattura dei muscoli del collo (cervicalgia), limitazione dei movimenti del collo, atteggiamento del capo inclinato in avanti o di lato.

Gli altri sintomi dipendono da quali strutture l’ernia del disco comprima:

  • Compressione delle radici spinali (radicolopatia): dolore al collo con irradiazione alla scapola, al torace e al braccio. Spesso l’insorgenza è al risveglio o notturna. Oltre al dolore può essere presente una sensazione di formicolio, addormentamento e nei casi più gravi riduzione della forza a carico del braccio o della mano.
  • Compressione del midollo spinale (mielopatia): difficoltà a camminare, ridotta forza agli arti inferiori, ridotto controllo delle gambe, riduzione del controllo della vescica.

Come si diagnostica l'ernia cervicale?

L’esame di scelta è la risonanza magnetica cervicale. La TC può essere di ausilio in situazioni specifiche già valutate da neurochirurgo o nel caso di fratture associate.

L’elettromiografia può essere utile come ausilio diagnostico ed aggiungere informazioni utili. È bene ricordare che tuttavia un esame elettromiografico normale non esclude la compressione delle radici nervose, soprattutto se effettuato nelle prime tre settimane dall’insorgenza dei sintomi.

Qual è il trattamento delle ernie cervicali?

Il giudizio diagnostico clinico da parte del neurochirurgo è fondamentale nella scelta del trattamento adeguato.

L’età del paziente, l’insorgenza dei sintomi, la gravità della sintomatologia  e non da ultimo i desideri del pazienti entrano in gioco nella scelta terapeutica.

In generale il trattamento può essere conservativo se è presente dolore senza altri segni neurologici associati. Se il dolore persiste malgrado la terapia conservativa o sono associati disturbi della sensibilità e/o della motilità e/o della funzione urinaria il trattamento è chirurgico.

L’obiettivo della chirurgia è eliminare la compressione da parte dell’ernia discale sulle radici nervose e sul midollo spinale e mettere queste strutture nelle migliori condizioni di esercitare le loro funzioni.

Ciò viene eseguito mediante procedure microchirurgiche che consentono di raggiungere in modo atraumatico l’ernia discale e rimuoverla, verificando al contempo che il midollo spinale e le radici nervose siano opportunatamente decompresse. Alcune di tali procedure possono avvalersi dell’ausilio dei monitoraggi intraoperatori che consentono di verificare anche in anestesia generale e durante tutto l’intervento l’integrità delle strutture nervose.

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