Il Grande Lobo Limbico
Nel 1878 appena due anni prima di morire Paul Broca pubblicò un lungo articolo sul Grande Lobo Limbico. Solo due anni prima aveva dato il nome di “circonvoluzione limbica” al tessuto cerebrale che circondava a forma di anello non chiuso i bordi della Scissura di Silvio.
Broca diede credito ad anatomisti prima di lui come Foville e Gratiolet che avevano anch’essi notato questo grande arco di tessuto cerebrale attorno alla Scissura di Silvio nelle loro dissezioni cerebrali.
Broca divise quindi il grande lobo limbico in due parti: una parte, il “giro calloso” o giro cingolato, che si trovava al di sopra e anteriormente, e una seconda parte il giro paraippocampale che si trovava invece inferiormente. L’ intendimento di Broca era quello di associare il grande lobo limbico al senso dell’olfatto. In realtà non fu il primo a proporre questa relazione tra l’ippocampo e l’olfatto. Nel 1820 Gottfried Reinhold Treviranus, un altro anatomista comparativo, notò che il giro paraippocampale sembrava variare in dimensioni con Il nervo olfattorio. Treviranus ipotizzò che il giro paraippocampale era anche coinvolto nella memoria, una funzione che strettamente connessa alla sensazione olfattoria.
Olfatto
Paul Broca notò che il grande lobo limbico poteva essere trovato in tutti i mammiferi ma che variava considerevolmente attraverso le specie. Broca aveva la sensazione che i mammiferi potevano essere divisi in due gruppi sulla base dell’anatomia comparata del lobo limbico e del grado sul quale facevano riferimento al senso dell’olfatto. C’erano quindi animali “osmatici” come i conigli e cavalli che si affidano in modo importante all’olfatto e che avevano un’area limbica molto sviluppata; in contrasto c’erano i mammiferi “anosmatici” come gli umani, altri primati e i delfini che avevano un lobo limbico meno sviluppato e che non dipendono moltissimo dal senso dell’olfatto.
Broca concluse che le due parti principali del lobo limbico, ovvero il giro paraippocampale ed il giro “calloso” erano anatomicamente diverse e quindi dovevano essere anche funzionalmente differenti. Broca postulò una stretta associazione tra il giro paraippocampale, che riceve proiezioni dalla stria olfattoria laterale e se l’animale fosse o meno osmatico. Questa costituiva la parte più inferiore del lobo limbico più piccola nei primati e nei mammiferi acquatici che avevano un senso dell’olfatto ridotto. Pertanto il gito paraippocampale era considerato una parte del lobo limbico necessaria per segnalare la presenza di un odore e mediare risposte primitive riflesse.
Bendelletta diagonale di Broca: aneurismi, tumori e ischemie
Il “lobo calloso anteriore” tuttavia era diverso. Da una parte sembrava ricevere proiezioni dalla stria olfattoria mediale, dall’altra sembrava essere m sviluppato anche negli animali anosmatici come i primati e mammiferi marini che invece avevano un ippocampo poco sviluppato. Broca notò che la connessione tra il lobo calloso anteriore e il giro paraippocampale negli animali anosmatici si concretizzava in un piccolo tratto di tessuto cerebrale chiamato “Bendelletta diagonale di Broca”.
Sappiamo oggi che patologie che determinano la distruzione della Bendelletta diagonale di Broca, come gli aneurismi emorragici dell’arteria comunicante anteriore, astrocitomi e gliomi dei nuclei della base, ischemie e stroke provocano nel paziente disturbi della memoria, amnesia per gli eventi del passato e per i nuovi eventi.
Broca asseriva che il lobo calloso anteriore funzionava in un modo più primitivo rispetto al resto degli emisferi cerebrali e quindi aveva senso dire che fosse associato con le funzioni primitive della sopravvivenza. Il resto dell’encefalo che è ancora in evoluzione costituiva invece la base per la vera intelligenza. Broca ipotizzò che da un punto di vista cognitivo e filogenetico la corteccia “intellettuale” come i lobi frontali esercita un controllo sul lobo limbico e sulle sue funzioni brutali. Inoltre Broca postulò che mentre l’ippocampo segnala o meno la presenza di un odore, il lobo calloso anteriore invece è coinvolto nel determinare se quell’odore sia o meno piacevole determinandone il tipo di emozioni da esso generate.