🧠 Il tennis come stimolo neurocognitivo
Numerosi studi dimostrano che il tennis migliora funzioni cognitive superiori come l’attenzione, la memoria di lavoro e la flessibilità mentale. Un esempio è uno studio pubblicato su Applied Sciences, che ha evidenziato come un programma di allenamento coordinativo nel tennis, della durata di otto settimane, abbia migliorato significativamente la funzione di aggiornamento della memoria di lavoro nei bambini, sia a livello comportamentale che neurofisiologico.
Inoltre, il tennis attiva aree cerebrali coinvolte nella percezione e nell’anticipazione, come il giro frontale inferiore (IFG) e il lobo parietale superiore (SPL), oltre a numerose regioni del cervelletto. Questa attivazione è particolarmente marcata nei giocatori esperti, suggerendo un adattamento neurale associato all’esperienza.
🧩 Il ruolo del cervelletto: oltre il controllo motorio
Tradizionalmente associato al coordinamento motorio, il cervelletto svolge anche un ruolo cruciale nelle funzioni cognitive ed emotive. Il concetto di “sindrome cognitivo-affettiva cerebellare” (CCAS) descrive come lesioni al cervelletto possano influenzare l’esecutivo, la cognizione spaziale, il linguaggio e l’affettività.
Studi di neuroimaging hanno mostrato che durante l’osservazione e l’esecuzione di azioni tennistiche, si attivano regioni del cervelletto posteriore, come il Crus I e II, implicate in processi cognitivi complessi. Questo suggerisce che il cervelletto contribuisce non solo al controllo motorio, ma anche all’elaborazione cognitiva e alla regolazione emotiva.
🎾 Jannik Sinner: un esempio di neuroplasticità e resilienza mentale
Jannik Sinner rappresenta un caso emblematico di come l’allenamento tennistico possa modellare le funzioni cerebrali. Il suo background nello sci alpino ha contribuito allo sviluppo dell’equilibrio e della coordinazione, abilità trasferite con successo al tennis.
Sinner ha adottato il metodo “Formula Medicine”, un programma italiano di allenamento mentale originariamente sviluppato per i piloti di Formula 1, focalizzato sull’ottimizzazione delle prestazioni cerebrali attraverso tecniche di biofeedback e simulazioni cognitive.
🧬 Conclusione
Il tennis non è solo uno sport fisico, ma un’attività che stimola profondamente il cervello e il cervelletto, promuovendo la neuroplasticità, migliorando le funzioni cognitive e rafforzando la resilienza mentale. L’esempio di Jannik Sinner evidenzia come l’integrazione di allenamento fisico, mentale e cognitivo possa portare a eccellenze sia sportive che neurologiche.
📚 Riferimenti
- “The influence of expertise on brain activation of the action observation network”
- “Playing tennis with the cerebellum”
- “Determining Whether Tennis Benefits the Updating Function of Working Memory”